Benvenuti negli "Appunti di Viaggio" di Anthaus

Benvenuti negli "Appunti di Viaggio" di Anthaus
Buddha VIII - IX- sec. India
ANTHAUS: vogliamo condividere con voi le nostre esperienze direttamente dall'oriente...

Viaggiare

Il viaggio è la voglia di andare ,guardare, conoscere. E’ la voglia di confrontarsi con culture “lontane”da noi . L’oriente per noi è un luogo veramente straordinario. Dove persino la natura si manifesta ignota e miracolosa. Pensiamo di andare a conoscere gli altri, ma in realtà, ci costringe a pensare è un viaggio dentro a noi stessi. E’ un mondo dove le architetture maestose e l’arte preziosa raccontano di un mondo fatto di luci e colori, di forme e profumi,di vette e di dei che le abitano, di acque purificatrici,di santi e di demoni, di leggende e di vita reale. Ogni viaggio è fatto di immagini che regalano emozioni, che ci spingono a viaggiare. Per dare corso alla fantasia e a quella curiosità che ci spinge a riprendere il cammino, che trasforma ognuno di noi in un nomade.

domenica 17 gennaio 2010

Cina:
Provincia del Fujian -
Contea di Yongding

Arriviamo in aereo a Xiamen. Xiamen è una piacevole cittadina affacciata sull’oceano. Si sente ancora un po’ del fascino della vecchia Cina. Soprattutto andando in giro per le campagne a visitare piccoli villaggi rurali. La vita contadina qui è ancora molto attiva. Le risaie sono piene di donne che lavorano. Altre in un campo immenso stanno piantando minuscoli spicchi di aglio. Io e i miei compagni di viaggio siamo affascinati nel assaporare questa atmosfera di altri tempi.
C’è la minuscola isola di Gulang Yu che si affaccia davanti al porto di Xiamen il tratto di mare è solcato da piroghe, dove degli uomini stanno gettando delle reti da pesca. Guardando meglio, in questo silenzioso , ma caldissimo pomeriggio,vediamo che le rive sono popolate di pescatori. Alcuni stanno pescando con la canna, altri riparano con millenaria maestria le reti da pesca. Queste immagini si riflettono nel verde dell’acqua, dove i gigli selvatici creano delle sfumature viola chiare.Torniamo nel nostro semplice ma confortevole albergo, per prepararci al vero motivo che ci ha portati qui. Raggiungere Yongding per vedere l’architettura dei Tulou.
Yongding è una contea situata lungo la costa sud orientale della Cina, di fronte all’ isola di Taiwan .
Una vallata verdissima caratterizzata da montagne poco alte e terreni coltivati. Bisogna essere molto adattabili per spingersi fin qui perché non ci sono alberghi. Si dorme in abitazioni spartane, molto spartane, tipo con il bagno in cortile in comune. Ma è un esperienza che ti resta nell’anima. Il loro isolamento secolare ha contribuito a preservare il loro patrimonio architettonico d’incredibile bellezza.Il fascino indescrivibile di essere in questo posto, dove la vita scorre “in un altro tempo” rispetto al nostro. Sappiamo che sarà un lungo viaggio in pulman, circa quattro ore. Le prime due ore trascorrono su di un modernissimo autobus con ogni confort aria condizionata ecc. Scendiamo in un affollatissima stazione degli autobus, forse sarebbe meglio dire corriere. Non è facile trovare la nostra coincidenza per Yongding, pochi si avventurano fin là. Finalmente troviamo il nostro mezzo una affollatissima e scalcinata corriera. Una ordinata coda di persone, bambini, valigie, scatoloni, gabbie con galline aspetta pazientemente che aprano le porte. Anche noi ordinatamente lì con il nostro efficientissimo trolley, freschi di doccia. L’ultima per qualche giorno. Ma non lo avevamo ancora capito. Le tre ore successive sono state abbastanza pesanti. Eravamo stipati con questa variopinta umanità, anche il corridoio era pieno di gente.
Tutti erano molto incuriositi dalla nostra presenza, volevano sapere , perché, come e dove stavamo andando. La strada si inerpica su e giù da queste colline con curve e tornanti. Da asfaltata, diventa sterrata, con numerosi lavori in corso dovuti alle frane . Sono vallate coltivate a riso e foreste di bambù. Piove molto infatti l’ultima parte del viaggio la facciamo sotto l’acqua. Arriviamo dopo 4 ore abbastanza provati.
Il nostro alloggio è al terzo piano di un Tolou una stanza molto semplice con due giacili qualche coperta, il bagno in cortile. Parliamo sino a tardi con i nostri compagni per trovare il coraggio di ritirarci nella nostra stanza. Sarà una lunga notte piena di risvegli. Sopravissuti. Al mattino quello che andiamo a visitare ci ripaga delle fatiche.
Queste architetture sono le singolari abitazioni delle etnie Hakka che sono migrate verso sud per sfuggire alle persecuzioni e alle carestie. Il nome Hakka significa infatti ospiti.
Ogni Tolou ospitava un intera comunità completamente autosufficiente di cibo acqua e tutto quello che poteva servire per vivere. Superato l’imponente portone, tra cortili concentrici, scale di legno e lanterne rosse si svolge ancora una vita di campagna dai ritmi antichi.
Direttamente affacciata sulla corte c'è la cucina che è anche l'ambiente dove si trascorrono le giornate invernali; sopra c'è il granaio che all'occorrenza può servire come magazzino; mentre al terzo e al quarto piano si trovano le camere da letto,arieggiate da piccole finestre. Come un gioco di scatole cinesi, l'edificio principale ne contiene altri, più piccoli, al suo interno. Parte della corte è, infatti, occupata da pollai, latrine, pozzi d'acqua e cucine all'aperto utilizzate nella stagione estiva. Mentre al centro campeggia il tempietto in cui sono venerati gli antenati dai quali discendono tutti gli abitanti del Tulou.Nessun Tulou è stato mai costruito senza aver prima consultato l'esperto di geomanzia, Fen Shui. L'unico in grado di "leggere" il terreno e gli elementi del luogo e stabilire senza alcuna possibilità di errore la posizione e l'orientamento più favorevoli. Fondamentale, quindi mai casuale, è anche la disposizione del tempio degli antenati (di solito in asse con l'ingresso principale), poiché secondo la tradizione, l’altare degli avi ha il potere di canalizzare le energie positive. Diffondendo per tutto l'edificio salute, ricchezza, felicità e figli maschi. Le persone sono socievoli e curiose dei pochi che si spingono fin lì. Ci mostrano le loro abitazioni. Le donne il mattino si ritrovano in cortile a giocare a Mah jong.

Sono velocissime a mischiare le pedine e ci invitano a provare. Il gioco assomiglia alla nostra scala quaranta.
Anche il panorama intorno è molto gradevole rilassante. Alcune donne lavano i panni e le stoviglie al fiume.
Ci sono degli anziani seduti sotto un albero che fumano pigramente raccontandosi chissà quali storie.
Facciamo fatica a lasciare quest’ atmosfera fuori dal tempo, “almeno” dal nostro tempo.
Ripartiamo con la solita corriera....

1 commento: