Benvenuti negli "Appunti di Viaggio" di Anthaus

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Buddha VIII - IX- sec. India
ANTHAUS: vogliamo condividere con voi le nostre esperienze direttamente dall'oriente...

Viaggiare

Il viaggio è la voglia di andare ,guardare, conoscere. E’ la voglia di confrontarsi con culture “lontane”da noi . L’oriente per noi è un luogo veramente straordinario. Dove persino la natura si manifesta ignota e miracolosa. Pensiamo di andare a conoscere gli altri, ma in realtà, ci costringe a pensare è un viaggio dentro a noi stessi. E’ un mondo dove le architetture maestose e l’arte preziosa raccontano di un mondo fatto di luci e colori, di forme e profumi,di vette e di dei che le abitano, di acque purificatrici,di santi e di demoni, di leggende e di vita reale. Ogni viaggio è fatto di immagini che regalano emozioni, che ci spingono a viaggiare. Per dare corso alla fantasia e a quella curiosità che ci spinge a riprendere il cammino, che trasforma ognuno di noi in un nomade.

sabato 27 marzo 2010

mercoledì 17 marzo 2010


India Kunbha Mela 2010



Nello stato indiano dell' Uttaranchal, nell'antica città santa di Aridwar, dal 14 gennaio al 28 aprile 2010, si celebra il Kumbha Mela, una delle più antiche e venerate celebrazioni della religione Indù


Da secoli il Kumbha Mela è la più vasta aggregazione mistica dell’india, dove si incontrano le tre grandi religioni indiane induismo, sikhismo,buddhismo tibetano Un evento unico e coinvolgente che almeno una volta nella vita bisognerebbe vedere, indipendentemente dal proprio credo religioso. Milioni di pellegrini si affollano nelle acque della città santa, purificandosi dal cattivo karma accumulato ,immergendosi ci si garantisce la rinascita in una forma più elevata . E’ un occasione per staccarsi, almeno per noi occidentali, dal nostro mondo fatto di esteriorità e apparenza, entrare in contatto con il Divino,l’ energia fondamentale dell’universo.
Il Kumbha Mela è l’istaurazione temporanea di una città celeste, la costruzione di un sogno collettivo. E’ l’incontro trai Shadu e i pellegrini. Si tiene ad Allahabad, Ujjain, Hradwar e Nasik . In cicli di dodici anni alternati, in modo tale che, circa ogni tre anni si tiene un Kumbha Mela. Il ciclo di dodici anni è correlato al movimento del pianeta giove attraverso lo zodiaco, e quando giove entra nell’acquario, (Kunbha) , la circostanza è più favorevole. Per complicare le cose è collegato anche al ciclo solare ,quando il sole entra nel capricorno o nell’ariete, solo esperti astrologi possono fissare le date esatte. Ma la decisione finale spetta ai Naga Baba . Anche la scelta delle quattro sedi è basata su un mito . La leggenda vuole che sia stato il Dio Vishnu a conquistare la preziosa coppa dell’immortalità e a portarla in salvo nel mondo degli dei. Durante il viaggio Vishnu si fermò quattro volte per riposare e lascio cadere una goccia di nettare nei quattro luoghi, rendendoli sacri.
Sempre intorno alla leggenda che circonda questa festa religiosa, nell’ VIII secolo Adi Shankaracharya ,che secondo le scritture vediche era un incarnazione di Shiva stesso, istituì il Kumbha Mela ( che già esisteva da tempo immemorabile ), per ridare vigore e purezza all’induismo che stava languendo di fronte al buddhismo,jainismo e islam. Istituì la tradizione di svolgere incontri filosofici dove gli esponenti dei vari gruppi potessero discutere della Verità Assoluta e del bene supremo per l’umanità. Questo in effetti è lo scopo principale del festival ascoltare le istruzioni spirituali e stare in compagnia delle persone sante.
Il Kumbha Mela attira ogni genere di pellegrini ed è considerata la più grande riunione di persone e il più grande fenomeno religioso del mondo. Nella città predestinata viene allestito un accampamento temporaneo ma organizzatissimo di tende in riva al Gange, soggiornano ogni volta da 18 a 22 milioni di persone. Asceti e pellegrini appartenenti a 8000 gruppi e istituzioni religiose stanno per giorni insieme in un caotico alternarsi di canti, preghiere, suoni di cembali, corni e conchiglie. Giorno e notte si tengono rappresentazioni sacre e recitazioni delle scritture e delle avventure dei vari Avatara Divini. Canti e cerimonie rituali hai quali tutti possono partecipare liberamente. Il festival dura circa un mese,è un importante dimostrazione della fede incrollabile degli Hindu nel bagno sacro e nel darshan dei sadhu, come strumenti per lavar via i peccati e purificare la propria anima. L’ evento più importa tante è lo shahi snan, o bagno dell’ imperatore, quando tutti gli Akhara formano una processione per essere nel posto giusto nel fiume, al momento giusto, quando il divino influsso dei pianeti è più favorevole per saltare in acqua. Far parte di tutto ciò è un esperienza che lascia il segno, al di la di quello che forse per noi potrebbe sembrare folklore, per i pellegrini è un esperienza di liberazione. Tutte le persone cercano di incontrare il maggior numero di Baba scendendo verso un Dhuni, facendo elemosina, ricevendo benedizioni e cibo benedetto, condividendo la magica atmosfera spirituale. Molte persone troveranno il loro Guru decidendo di seguire i suoi insegnamenti e unendosi alla fratellanza dei Sadhu. E’ il momento più propizio per prendere una decisione così importante.
Per gli indù, l’illuminazione spirituale è il più alto scopo della vita, quello che le da significato e motivazione. L’ illuminazione è ottenibile in linea di principio da chiunque. L a maggioranza degli individui necessita di diverse incarnazioni prima di potersi illuminare. Vedere Dio divenire uno con l’ assoluto, per immergere la propria mente nella Coscienza Cosmica, in poche parole divenire santi. I sahdu cercano una scorciatoia per raggiungere l’illuminazione in questa vita . Il sahdu rinuncia radicalmente al mondo, per centrarsi radicalmente sulla realtà suprema che lo manifesta. Si astiene dal sesso, recide ogni legame familiare, non ha alcuna proprietà, o abitazione, indossa qualche straccio o non indossa niente, si nutre di poco cibo e semplice. Vive da solo ,ai margini della società, dedicandosi devozionalmente alla Deità prescelta. Alcuni praticano dei rituali magici per essere più vicini alla Divinità ,altri praticano intense forme di yoga ( tipo mantenere un braccio alzato tutta la vita ecc.) e meditazione per aumentare i poteri spirituali e acquisire la conoscenza metafisica .
I sadhu appartengono molteplici sette e ordini. Al momento di unirsi ad una setta, un aspirante sadhu deve sottoporsi ad un rito di iniziazione , considerato come morte simbolica e rinascita. Egli muore alla sua precedente vita terrena per rinascere alla vita divina. Il segno visibile di questa rinascita è la testa rasata del novizio come quella di un neonato. Dopo l’iniziazione il novizio viene distolto da ogni parola o pensiero relativo alla sua precedente esistenza che è divenuta per lui estranea. La sua età viene ora calcolata dalla nuova nascita. Il vincolo con il suo guru è molto importante , il guru per lui sarà colui che “ dissolve le tebebre” e lo guiderà.
Il più importante Kumba Mela è quello che si tiene ad Allahabad meglio conosciuta dai sadhu con il suo antico nome di Prayag ,”il luogo del sacrificio”. E’ situata alla confluenza del Gange marrone, del blue Yamuna e del nascosto mitico Sarasvati sotterraneo: per questo è chiamata la triplice treccia (triveni). E’ un luogo ricco di potere, un “punto di contatto” tra terra e cielo. Questa confluenza , la Sangam,è la più sacra e una delle più utilizzate per il bagno. La terra di questo tirtha è così sacra che , si dice, che anche una briciola di essa può purificare da tutti i peccati.
Ovviamente oltre ad essere un momento di spiritualità il Kumba Mela è anche il paradiso del commercio e della pubblicità, si pensa che quest’anno si spenderanno 2,5 milioni di rupie in 100 giorni. Ci sono molti Swami (maestri di mistica indù) ed altri maestri spirituali che pubblicizzano con cartelli sensazionali la loro esperienza spirituale ,alla ricerca di seguaci. Molti canali televisivi trasmettono pubblicità a pagamento che offrono rimedi spirituali per tutti i tipi di malattie che affliggono il genere umano. Si stima che i sadhu abbiano riversato nell’economia della città almeno 1 miliardo di rupie, solo rilassandosi nelle loro tende ben disegnate.
Al di là di tutto anche quest’ anno in questo oceanico pellegrinaggio si respira lo spirito dell’india. Uomini e donne di ogni casta, animali ed ambiente si fondono nei riti di questa babele contemporanea. Milioni di fedeli immergendosi nel rituale bagno sacro offriranno alla dea del fiume “l’Aarti” un insieme di fiori raccolti nelle foglie seccate dell’albero del sal.


KARNATAKA CENTRALE
HAMPI
Dopo 9 ore di viaggio attraverso questa regione senza poter fare una tappa intermedia per dormire arriviamo a Hospet ,esausti. La cittadina sembra Beirut in una brutta giornata. Piove tutto allagato. Arrivati all’albergo, unica scelta, è costoso e in pessimo stato. Neanche pensare di uscire per mangiare .A parte la pioggia battente e le buche sulle strade che sembrano fatte con l’esplosivo, le strade non sono illuminate. Aspettiamo il domani.
Se è vero che le parole sono pietre, deve essere vero anche che le pietre sono parole. E’ questo che si prova quando si arriva a Hampi, 28 km quadrati di pietre che raccontano la storia. Sono le rovine della città di Vijayanagar XV secolo. Sono immerse in questo straordinario paesaggio caratterizzato da enormi blocchi di granito incastonati tra risaie e piantagioni di banane. Questo sito è patrimonio dell’UNESCO. Il posto è molto vasto ci s’immerge in un’atmosfera molto rilassata, merita di dedicarci più giorni per godere della vita fuori dal tempo di chi vive e abita in mezzo alle rovine. Nelle leggende del Ramayana, uno dei più gradi poemi epici della mitologia indù, questa regione era il kishkinda, il reame delle divinità scimmie. Nel 1336 i principi Telugu Arihara e Bukka fondarono la città di Vijaynagar, che raggiunse nei 2 secoli successivi il culmine della sua potenza. Nel XVI secolo la regione intorno a Vijaynagar copriva una superficie di 650kmq e contava una popolazione di 500.000 persone. Il bazar era molto animato, i mercanti di pietre preziose venivano anche da molto lontano. Era un centro di commercio internazionale. Tutto questo termina bruscamente nel 1565 quando la città fu saccheggiata da una confederazione di sultanati del Deccan. In seguito l’impero declinò molto rapidamente fino a scomparire del tutto. La costruzione più anticha della cittadina è il Virupasksha temple, il gopuran principale è alto quasi 50 m. fu costruito nel 1442, mentre nel 1510 ne fu aggiunto un secondo più piccolo. Le rovine sono suddivise in due aree principali: il centro sacro, attorno ad Hampi bazar e il centro regio, a sud di questo, nei pressi di Kamalapuran. Il santuario più venerato è dedicato a Virupaskha, una delle manifestazioni di Shiva. E’ stupefacente vedere che quando un raggio di luce del sole che passa da est attraverso un buco vicino al Sancta Sanctorum, l’ombra formatasi sul muro è la miniatura del gopuran del tempio. Se Lakshmi (l’elefantessa del tempio) e il suo conduttore sono nei paraggi, potete ricevere uno smooch ( benedizione) dall’animale. L’elefantessa appoggerà la sua proboscide sulla vostra testa. All’estremità orientale di Hampi bazar un sentiero praticabile solo a piedi vi porta al Vittala temple, capolavoro delle rovine di Hampi risale al XVI secolo. E’ in buono stato di conservazione, anche se alcuni interventi di restauro sulle colonne sono stati fatti con del cemento a vista per impedire il crollo. I lavori di costruzione iniziarono durante il regno di Krishnadevaraya non furono mai portati a termine e il tempio non fu mai consacrato, ma le decorazioni scultorie rappresentano l’apice dell’arte vijayanagar. I pilastri “musicali” esterni risuonano se sono colpiti con un oggetto. Nel cortile del tempio c’è un elaborato carro in pietra con un’effige di Garuda In passato il carro con le ruote in pietra funzionava. In mezzo a questi monumenti di valore storico inestimabile vive un intero villaggio che ha colonizzato il tempio. Una moltitudine colorata e vociante di donne e bambini, ha trovato casa tra le colonne del tempio, ha steso il bucato ad asciugare, sta cucinando al limitare del colonnato. La moltitudine di bambini ti corre incontro incuriosita da ogni cosa portata dai turisti, adorano farsi fotografare per poi rivedere miracolosamente la loro immagine in quella piccola scatola nera. E’ stato molto bello lasciasi travolgere da questi bambini, sederci sui gradini del colonnato e dividere con loro del cibo. Erano vestiti stranamente, nonostante la temperatura calda, con indumenti di lana pesante e degli stranissimi copricapo a cappuccio con mantellina. E’ molto bello lasciare il caos dell’hampi bazar per scendere verso il fiume al ghats. Dove trovi le ragazze che lavano i panni e stendono ad asciugare i loro sari coloratissimi sui gradini del ghats, accanto a loro un uomo lava le sue due candide mucche, sempre di seguito altre donne lavano le stoviglie, altre fanno abluzioni purificatrici , immergendosi nelle acque del fiume. Per noi questa connivenza di persone animali e varie attività nella stessa acqua ci risulta difficile da capire. Ma questa è l’ India dove tutto è possibile . L’India è India come amano spesso dire gli indiani. Su un masso in mezzo al fiume c’è un’incisione che raffigura Nandi il veicolo di Shiva, E’ un luogo molto sereno dove si vivono scene di vita quotidiana, la gente si ferma volentieri a parlare, a raccontare della loro vita. Da qui si gode la bellissima vista del villaggio Virupapur gaddi, sulla sponda di fronte, una piccola barca fa la spola per portare le persone. Al villaggio si può soggiornare in pittoreschi bed end breakfast presso famiglie che affittano stanze. Dalla veranda della stanza che abbiamo affittato in una comoda amaca, guardiamo il fiume che scorre lento, osserviamo queste donne, bambini e animali che si muovono in una dimensione che ci sembra irreali, in un altro tempo. Il nostro mondo ci sembra così lontano, ci fermeremmo volentieri in quest’oblio di serenità. A sud del Virupaksha temple c’è l’Hemacuta hill, dove ci sono alcune rovine di un tempio giainista, ma la cosa più interessante è questa enorme scultura monolitica di 6.70 m. di altezza di Narasimha ( Vishnu nelle sua incarnazione uomo leone) è rappresentata seduta con dietro sette teste di cobra che la circondano. E’ stata eretta nel 1528 ed è stata scolpita in un solo blocco di pietra. Accanto alla statua di Nararsimha si può ammirare il più grande Shivalinmga, chi io abbia mai visto, 3 Mt. di altezza per un diametro di altrettanti. Si trova permanentemente in acqua alimentato da una sorgente sotterranea. Limgam in sanscrito significa letteralmente “marchio” o “segno”. Consiste in un oggetto dalla forma ovale, simbolo fallico considerato una forma di Shiva. L’utilizzo di questo simbolo come forma di adorazione è senza tempo in India. I devoti ci versano sopra l’acqua, che è raccolta e drenata da un piedistallo. Il Limgam simboleggia insieme l’aspetto creativo e distruttivo del Signore. I devoti gli attribuiscono una grande santità. Un'altra zona interessante molto diversa da Hampi bazar è il centro regio. Il sito è particolare per questi enormi massi tondeggianti su cui ci si deve arrampicare, sperando che non piova com’è successo a noi, altrimenti diventa difficile la discesa vista, la loro ripidità. Il complesso murario è composto dagli edifici dello Zenana Enclosure e Elephant stables. Il primo custodisce il Lotus mahal, un padiglione dal disegno delicato che costituisce una straordinaria sintesi tra lo stile islamico e quello hindu e che deve il proprio nome al loto scolpito al centro del soffitto a volta. Le Elephant Stables sono un sontuoso edificio con stanze dal tetto a cupola all’interno del quale in passato erano alloggiati gli elefanti reali. La pioggia ci ha accompagnato durante tutta la visita, speriamo di lasciarla qui e proseguiamo il nostro viaggio.